LE DONNE DI HITLER


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Hitler ebbe molte donne, le più importanti furono:

  1. Eva Braun
  2. Geli Raubal
  3. Renate Mueller

Sulla contorta personalità di Hitler si è molto speculato, ma il suo rapporto con le donne è ancora un lato oscuro. "Non c'è niente di più bello che tirare su una cosa giovane: una ragazza di 18, 20 anni è malleabile come la cera", parola di Hitler, il grande dittatore tedesco che, prigioniero della sua nevrosi, non riuscì ad amare nessuna, ma seppe farsi amare da molte donne. Tempo fa sono stati resi pubblici alcuni documenti segreti della Cia dai quali risulta che il medico personale di Hitler, fin dall'aprile del '37 sapeva che il Fuehrer era pazzo, cioè: "Al limite tra genialità e pazzia". Scrive il medico: "Lo esamino da molti anni, e penso che nel prossimo futuro saprò se nel Fuehrer prevarrà la pazzia. In questo caso, temo che diventerà il peggiore criminale della storia dell'umanità".
Hitler ha sempre potuto contare sull'appoggio femminile, anche se proclamava che la parità era "un'invenzione straniera" e il compito principale della donna è quello di partorire ed educare i figli.
"Regalare figli al Fuehrer", era il dovere delle donne tedesche."La goccia scava la pietra e noi eravamo una pietra sulla quale cadeva sempre la stessa goccia; alla fine eravamo convinte che andava tutto bene", ammette una ex-ragazza della gioventù hitleriana. In nome del Fuehrer tre milioni di ragazze erano impegnate al fronte per assicurare il funzionamento dell'economia di guerra. Verso la fine Hitler impegnò le donne per aiutare direttamente l'esercito e l'aviazione: nel 1945 mezzo milione di ragazze indossava l'uniforme della Wehrmacht.
Gli ultimi giorni dentro al bunker di Berlino, c'erano tre donne intorno a lui. Una pilota eccellente e fanatica, Hanna Reitsch, che gli propose un piano spettacolare di fuga a bordo del suo aereo per salvarlo dalla Berlino in fiamme, ma non riuscì a distoglierlo dai suoi propositi suicidi.
Eva Braun, Eva Braunmoglie per un giorno, l'ultimo, che lo segue nella morte. Magda Goebbels, la first lady del nazismo che lo supplica inutilmente: "Non ci abbandoni". Sconvolta dalla morte del Fuehrer, il giorno dopo veste i suoi sei figli di bianco, li pettina e ordina al dottore presente nel bunker di avvelenarli. Poi è il turno suo e del marito. Gli storici scopriranno che suo padre adottivo era ebreo, e che fu una delle prime vittime del lager di Buchenwald. In giovane età Adolf si innamorò follemente di Angelica, figlia della sorellastra Angela. I due ebbero una relazione che si concluse con il suicidio della ragazza nel 1931, esasperata dagli eccessi e dalla gelosia dell'amante (pare che Angelica avesse un legame con l'autista di Adolf). "Ha amato una sola donna, sua nipote Geli Raubal. Geli Raubal Quando lei si è sparata, ha preso Eva Braun, spinto dalla compassione più che dall'amore. Si sentiva in colpa nei suoi confronti perché lei aveva tentato due volte il suicidio per amore. Hitler, almeno credo, era incapace di amare una donna perché era fissato sulla Germania", a parlare è Leni Riefenstahl, ballerina, regista e fotografa del nazismo.
Altra amante del Fuerher fu Renate Mueller, famosa attrice tedesca dell'epoca. Renate Mueller
Chi è Eva Braun? Una ragazza di 23 anni che nel '35 scrive nel suo diario: "Io, l'amante del più grande uomo della Germania e della terra...". Amante nascosta che ufficialmente svolge il ruolo della segretaria particolare e per questo viene stipendiata dalle casse del partito. Costretta a ritirarsi in camera sua ogni volta che al quartier generale hitleriano c'era una visita ufficiale. "Avrebbe potuto essere la commessa carina di un negozio di scarpe, una con la quale si fanno volentieri due chiacchiere. Era un essere mediocre, una ragazza tedesca qualsiasi, di origini modeste", così la definisce un collaboratore del Ministro degli esteri, von Ribbentropp. Soltanto i collaboratori più stretti sapevano che lei era la donna di Hitler, gli altri non sospettavano niente. La sua relazione col dittatore resta segreta fino alla fine della guerra. Perché? "Il Fuehrer non ha una vita privata", recitava uno degli slogan dell'epoca. Eva sogna il matrimonio e la propaganda di regime annuncia: "La moglie del Fuehrer si chiama Germania". Mentre le masse femminili lo seguivano entusiaste tributandogli un'adorazione a tratti estatica, Eva Braun si consuma nell'attesa dell'amato. Che la lascia aspettare senza troppi riguardi.
"Mi usa solo per certi scopi", annota Eva nel suo diario poco prima di trasferirsi in incognita nella tenuta del Fuehrer a Obersalzberg nel 1936. "Stavamo passeggiando insieme quando le dissi un po' provocatorio: signorina Braun, lei è la donna più invidiata della Germania! Perché aveva l'onore di stare con Hitler", ricorda il cameramem del dittatore. Ma lei rispose: "Sono solo una prigioniera dentro una gabbia dorata". Morte di Hitler
Eva soffre fino al punto di tentare due volte il suicidio, ma non proverà mai a rompere la relazione con il suo pigmalione. Piuttosto si sforza di capirla: "Il mondo dell'uomo è grande se paragonato a quello della donna. Il mondo della donna è l'uomo, anche se ogni tanto le capita di pensare ad altro".
Fedele fino all'ultimo respiro del Fuehrer, suo marito per una notte, deciderà di seguirlo anche nella morte, dissociandosi da lui soltanto nel modo di farla finita: Eva sceglie il veleno, Hitler si spara.

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