di ADOLFO
FANTACCINI
PER il momento è soltanto un progetto,
ma al più presto potrebbe trasformarsi in un'operazione
di straordinaria importanza per la storia del costume calcistico
siciliano. Si tratta dell'organizzazione del torneo delle
Madonie che, grazie all'intraprendenza di un gruppo di giovani
dirigenti capeggiato da Ninni Giamportone, sta per essere
riesumato ed offerto su un piatto d'argento ai numerosi sportivi
che risiedono nei piccoli centri dell'importante catena montuosa,
o che comunque vi trascorrono le vacanze. La manifestazione,
che per 33 anni ha regalato pomeriggi estivi indimenticabili
anche a chi con lo sport non aveva molto da spartire, venne
sospesa nel lontano 1982 e da allora non è stato più
possibile rimettere assieme un certo numero di squadre in
grado di darsi battaglia sui campi polverosi - ma gremiti
a volte fino all'inverosimile - delle Madonie.
LA PRIMA VOLTA - La kermesse estiva nacque
nel 1950 con la denominazione di Coppa calcistica delle Madonie
ed ebbe più d'un padre. A Petralia Sottana, che a quell'epoca
era considerata la capitale delle Madonie, il 16 luglio del
1950 si riunirono il cavalier Giuseppe Agnello, presidente
del comitato regionale della Lega giovanile, Michele Barberi
della Vis Bompietro, Salvatore Di Bella del Polizzi Generosa;
Carmelo Dino del Petralia Sottana, il dottor Ugo Ferrara del
Raimondi Gangi, Pietro Lio del Castellana Sicula, l'avvocato
Enzo Merendino, presidente dello stesso Castellana Sicula,
ed il commendatore Orazio Siino, presidente della Lega regionale
sicula. Fu la Vis Bompietro ad aggiudicarsi la prima edizione
del torneo che si disputò su appezzamenti di terreno
adibiti a campi di calcio, privi di recinzione, ma che richiamò
subito grandi folle, più che mai desiderose di attrazioni
post-belliche. Inutile sottolineare le difficoltà legate
alle trasferte, poiché le vie di collegamento - sebbene
le distanze fossero piuttosto brevi tra un comune e l'altro
- erano praticamente inesistenti. Il che costringeva i giocatori
delle varie squadre a trasferimenti in sella ai muli o con
mezzi di fortuna.
LA FORMULA - Solo a partire dall'edizione
del 1978, vinta dalla Stella Azzurra di Cefalù, il
torneo venne suddiviso in due gironi all'italiana, con una
serie "Eccellenza" ed un raggruppamento normale
con promozioni nella categoria superiore; fino ad allora le
squadre si erano sempre affrontate fra di loro in unico girone.
E' sempre rimasta invariata, invece, la formula secondo la
quale le squadre dovevano essere composte da giocatori nati
o residenti nel comune di appartenenza della squadra, con
limitate intromissioni di elementi tesserati per conto di
società partecipanti a campionati federali o comunque
di "stranieri". Nella riedizione del Torneo delle
Madonie, tuttavia, la formula dei tesseramenti sarà
modificata: sulle Madonie sono infatti nate numerose società
scritte ai campionati federali pertanto non è facile
trovare calciatori svincolati come avveniva negli anni scorsi.
Non a caso, la manifestazione estiva venne soppressa dalla
Lega sicula in seguito alla scarsa disponibilità da
parte di alcuni centri di mettere a disposizione giocatori
non tesserati, visto che Gangi e C.S. Madonie si affacciavano
sulla ribalta del calcio dilettantistico siciliano. La prima
delle due squadre, al termine della stagione 1990/91, riusciva
addirittura a sfiorare la promozione in Serie C/2, dopo avere
primeggiato nel girone siculo dell'allora Interregionale,
Il Gangi, però, veniva battuto nello spareggio per
la promozione dal Matera allenato da Pasquino.
L’ITALIA S'E' DESTA - Negli anni Sessanta
nasceva una squadra che avrebbe fatto epoca e che avrebbe
preso il posto della Vis Bompietro; vincitrice di cinque edizioni
del torneo. Si chiamava Italia, giocava sempre a Bompietro
ed avrebbe iscritto per ben tre volte il proprio nome nell'albo
d'oro della manifestazione. La denominazione non derivava
da una pura e semplice coincidenza, ma era la conseguenza
di una politica che avrebbe infuocato il già caldo
campanilismo esistente fra i vari comuni in lizza per il titolo
estivo. Infatti, l’Italia Bompietro raccoglieva, a suon
di quattrini naturalmente, i migliori calciatori madoniti,
al fine, di indebolire le altre formazioni e rinforzare.:quella
.bompietrese (o, secondo il dialetto madonita, "bompitrara").
Si assisteva,in pratica, ad un primo tentativo di creare la
rappresentativa delle Madonie che poi avrebbe trovato sbocco
nella fondazione di un nuovo club, il C.S. Madonne, con sede
a Castellana Sicula, che si sarebbe permesso lusso di militare,
per qualche anno in Promozione, l'attuale campionato d' Eccellenza.
CAMPANILE D'ALTA MONTAGNA - Era nelle intenzioni
degli organizzatori creare un lungo elenco di derby ad altissima
tensione, fra paesi che erano racchiusi nel raggio di una
sessantina di chilometri. Un altro obiettivo era costituito
dal fatto che, durante la stagione invernale, in alcuni centri,
era impossibile giocare al calcio per il clima rigido ed i
campi inadatti ad assorbire grandi quantità di pioggia
e neve. Tanto per fare un esempio, solo verso la fine degli
anni Settanta, il terreno di Petralia Sottana venne dotato
di un sistema di drenaggio.
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