Riforma delle Province, la proposta consortile dei 41 Comuni delle aree interne
Un territorio pronto a raccogliere la sfida dei liberi consorzi. Un assetto organizzativo funzionale, una governance territoriale di multilivello, un approccio economico sociale collaudato da anni che coinvolge le province di Palermo, Enna, Messina e Caltanissetta. Quarantuno comuni delle aree interne, oltre il 10 per cento delle municipalità siciliane, presentano la loro proposta al Governo Regionale per l’istituzione di un libero consorzio di Comuni.
Il Contesto di riferimento è la città a Rete Madonie-Termini, 28 Comuni dell’Imerese (Bassa Valle del Torto) e delle alte e basse Madonie, nonché dall’ Ente Parco, area con 135mila abitanti; 1.950 Kmq di superficie; 1/3 del patrimonio ecclesiale dell’intera Sicilia; oltre il 40% del patrimonio di biodiversità dell’ intero bacino del Mediterraneo; un notevole patrimonio di eredità immateriali, di saperi e di tradizioni.
A quest’area si aggiungano i Comuni di Alia e Resuttano (che condividono il percorso di pianificazione turistica all’interno del Distretto Turistico di Cefalù e dei Parchi delle Madonie e di Himera), di Roccapalumba e Sperlinga (che condividono il piano di Sviluppo Rurale all’interno del GAL-ISC Madonie) e i 9 Comuni dell’area dei Nebrodi caratterizzati dalla continuità territoriale con la Città a Rete e con un’analoga presenza di risorse naturalistiche e culturali (Tusa, Pettineo, Motta d’Affermo, Santo Stefano di Camastra, Caronia, Castel di Lucio, Reitano, Mistretta e Capizzi).
Quarantuno Comuni appartenenti a quella che una volta era la Contea dei Ventimiglia che abbracciava parte della Valdemone, una proposta tiene conto di indicatori geografici, economici, storici e i limiti demografici previsti dalle proposte del Governo regionale (150 e 500mila abitanti).
si è distinta per avere promosso forme di gestione di servizi associati quali SUAP (sportello Unico Attività Produttive); Ufficio Unico di progettazione delle opere pubbliche; Ufficio Unico per gli Espropri; Polo Catastale; Centrale Unica di Committenza (di imminente attivazione).
A questi si aggiungono le esperienze di programmazione territoriale concertata: Leader II; Patto Territoriale delle Madonie; PRUSST Cefalù-Madonie; PIT 31 “Reti Madonie”; Patto distrettuale Filiera Carne Bovina; Distretto Culturale del Paesaggio dei Miti e delle Narrazioni; PIST 22 Madonie-Termini; Distretto Turistico di Cefalù e dei Parchi delle Madonie e di Himera; Piano di Sviluppo Rurale “Madonie in rete per lo sviluppo del territorio rurale”; Gruppo di Azione Cositera “Golfo di Termini Imerese”; Convenzione PAES Madonie-Termini.
Sulla questione legata alla rappresentatività dentro i Liberi Consorzi i Comuni rimangono aperti al confronto (elezioni di secondo livello o altre ipotesi per evitare di tagliare totalmente fuori la cittadinanza dalle scelte legate ai propri territori).
A – Ipotesi Consorzio 41 Comuni
B – Governance
C – Razionalizzazione funzioni
Proposta condivisa Libero Consorzio (pist-sosvima-imerasviluppo-gam-gal)
A quanto sembra necessitano 180.000 abitanti per la costituzione di un libero consorzio di comuni per cui la proposta dei 41 comuni dell’area interna non potrebbe essera accolta. Quindi o si aggregano altri comuni per raggiungere altri 30.000 abitanti o, secondo me, sarebbe la migliore soluzione, Alimena potrebbe seguire l’esempio di Gela,staccarsi dal libero consorzio palermitano e aderire a quello nisseno o ennese.