www.alimenaonline.it Lunedì 14 Novembre 2005

AND THE WINNER IS………BALZA AREDDULA.!!!

Correva una calda mattinata d'agosto alimenese e, non pago delle notti alcoliche assordanti e di centinaia di pacche sulle spalle scaldacuore, decisi di porre fine alle mie sofferenze, avviandomi indomito verso la metà stancante per eccellenza: la Balza Areddula.

Cominciai a camminare, dopo una veloce ricarica di caffé freddo al bar di Franco, e decisi che quella mattina non avrei chiesto nessun aiuto, mi sarei prodigato in autonomia intraprendendo la scalata dalle calde pietre del corso direttamente verso l'agognato traguardo della croce di ferro posta a guardia del paese.

Imboccai Via Gustaferro, meno ripida e assolata di altre strade parallele, salutai il mio “annato” preferito con uno sbuffo di rum occultato dal caffé appena ingerito, e mi avviai.

L'interrogativo che mi attanagliava era legato al motivo di tanta zelante intraprendenza. Decisi che, bando alle domande, la gita sarebbe stata puramente a sorpresa.

Assemblai nel mio equipaggiamento una macchina fotografica, un sacchetto di plastica della CRAI, retaggio di una spesa forse di qualche agosto fa, un pacchetto di Malboro rigorosamente light con una scorta residua di due sigarette, per non esagerare, una bottiglia d'acqua fredda, presto, tiepida, e un libro.

Quindi tutte le opportunità per decidere quale titolo dare alla mia escursione erano percorribili: avrei deciso sul momento quale opzione preferire.

Mi avviai a passo veloce, e in poche decine di minuti fui alla base della Balza. Cosa di meglio di una bella sigaretta a polmoni aperti? Via, goccio d'acqua e tabacco. Pausa. Foto al panorama (ne avrò forse un centinaio, tutte uguali. Potrei ricostruire l'intero solstizio d'estate, regolandomi sulla lunghezza delle ombre proiettate dal sole).

Fine primo round.

Inizio del secondo.

Cominciai la scalata della parte più ripida, quando ad un tratto i miei occhi si imbatterono in una creatura assolutamente aliena, che tesseva il suo operato tra due sterpaglie. Rischiai di investirla.

Grande, molto grande, come una mano aperta. Impugnai la mia fedele macchina fotografica, rigorosamente digitale per risparmiare sullo sviluppo, e cominciai a scattare. Scatti, scatti, fumo e scatti, acqua, scatti, fumo, acqua, scatti.

Ecco il risultato era stato raggiunto.

Correva una ventilata mattinata settembrina nei cieli lombardi, quando consegnai tre delle foto di quel giorno presso la sede nazionale degli alpini, per un concorso fotografico celebrativo dei sessant'anni di vita dell'associazione.

La creatura aliena ha vinto il primo premio del concorso, chiaro presagio del suo imminente dominio del mondo.
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