(Alimena 6 Gennaio 2007 )
(Alimena 18 Agosto 2006 - "Siciliane")
(Alimena 18 Agosto 2006 - "Siciliane")
(Alimena 6 Gennaio 2007)
Due autori che partendo dalla provincia siciliana, per l’appunto Catania, si ergono a cittadini del mondo, attraverso la loro pregnante scrittura e l’originalità delle storie, dai protagonisti veri.
Marinella Fiume, donna autentica, madre, docente, studiosa, impegnata politicamente, con due esperienze di sindacatura alle spalle, nella sua Fiumefreddo, ha curato e ricercato con passione e dovizia la storia delle donne siciliane, a volte protagoniste soffocate e mai prima abbastanza valorizzate nel genere. Grazie a un progetto di Marinella Fiume, lo scorso anno ha visto la luce il primo Dizionario biografico “Siciliane”, per l’editore Romeo, che comprende 333 biografie di donne, vissute in Sicilia dal mondo antico, fino ai nostri giorni, Sante, regine, popolane, attiviste, ricamatrici, cantantesse (per dirla con Carmen Consoli), scrittrici, giornaliste, attrici, contadine, tutte hanno contribuito alla consapevolezza di una coscienza femminile, nel suo genio e nella sua persona, nella sua solitudine e nella sua libertà, non sempre a tutte data, ma conquistata anche con la morte.
Ad Alimena si è presentato “L’angelo di Botero” , edito da Bonanno, nove racconti, dai quali esce fuori tutta la forza delle donne, contemporanee o del passato, che sanno trasformare il dolore in forza, in dolcezza, in condizione privilegiata per l’agire e per vedere lontano là dove non tutti riescono a vedere e capire.
Questa lettura la lega alla lettura de “La punizione”, di Salvatore Scalia, edito da Marsilio, una storia vera, restituita alla memoria e ai posteri, dalla penna di un bravo giornalista, timido, schietto, sobrio e profondamente serio, caposervizio della pagina culturale del quotidiano “La Sicilia”, scritta con la sensibilità di una donna, per capovolgere la indimenticabile descrizione che Sartre fa di Simone De Beauvoir, nel dire che lei ha l’intelligenza di un uomo.
Una storia da pugno allo stomaco, per la realtà crudele che vi è narrata. Intrisa di poesia, emerge l’ipotesi di speranza che avrebbe potuto attendere la vita di Pinuccio, dando alla lettura, nonostante la tristezza e il magone, un senso di tenerezza, dolcezza e indignazione profonda per un fatto di cronaca terribile che, grazie a Turi Scalia, i nostri ragazzi e anche i meno ragazzi possono conoscere. (Mirella Mascellino)