Alimena (Pa) – “Varie ed eventuali”. Il Consiglio Comunale ridotto ad assemblea di condominio
Nonostante avessimo chiesto esplicitamente al Presidente del Consiglio Comunale Pietro Scelfo di evitare altre figuracce alla Comunità alimenese (almeno quella pensante che vive di onestà e trasparenza, rispettosa della “cosa pubblica” talmente tanto da non potersi esimere dal denunciare cotanta irresponsabilità nella salvaguardia della dignità delle Istituzioni) non solo convoca il Consiglio Comunale in sessione “ordinaria” per domani mercoledì alle ore 10.00 mattutine (per poi rinviarlo all’occorrenza al Giovedì sempre alle ore 10.00 giocando a nascondino per mettere in difficoltà chi vorrebbe esserci) ma non inserisce all’ordine del giorno nè la comunicazione in merito alla nuova composizione della Giunta (che in meno di un mese ha subìto le dimissioni di tre assessori e il subentro di due) cosi come invece prevede l’art.12 comma 10 della legge 26 agosto 1992 n.7, nè la mozione di censura a Lui stesso rivolta così come prevederebbe invece un pò di buon senso politico.
Al loro posto troviamo invece un “Varie ed eventuali” che, da solo, riassume tutto il senso del grave problema che la nostra Comunità non riesce a risolvere e cioè liberarsi da questi due affaristi, travestiti da politicanti incapaci, che stanno gravemente compromettendo il futuro di questa comunità offendendone la dignità e la coscienza collettiva.
Infatti ad essere tradito non è stato solo il rispetto per i cittadini (ai quali è stato negato in malo modo un diritto) e le Istituzioni, ma a lasciare increduli è l’inosservanza dell’articolo 23 dello Statuto del Comune di Alimena che recita che l’ordine del giorno del Consiglio Comunale “deve indicare in modo chiaro l’oggetto su cui il consiglio è chiamato a deliberare“.
E suppongo che il legislatore abbia così deciso proprio per distinguere il Consiglio Comunale, per esempio, da un’assemblea di condominio, per non apparire, a chi ci guarda da fuori, come “i soliti arminisi”, senza anticorpi culturali e incapaci a liberarsi dal giogo di questi due filibustieri, rimasti fermi a 40 anni fa ma che purtroppo continuano a scorazzare indisturbati all’interno delle istituzioni nonostante in meno di nove mesi abbiano già perso due assessori e 429 voti su 630 di lista e nonostante un Sindaco che nel meschino tentativo di screditare altri è finito schiacciato sotto il peso delle sue stesse menzogne che, da sole, in un contesto normale, sarebbero sufficienti a chiederne le dimissioni con tanto di calcio nel didietro e scuse alla Comunità.
Il 21 marzo prossimo infatti la Cassazione dirà l’ultima parola sulle accuse al nostro “Primo cittadino” (e quindi non una sua vicenda “personale”) per voto di scambio politico-mafioso, mentre Lui, pochi giorni fa, con la faccia di bronzo, raccontava invece di “averli risolti”.
Che tipi ragazzi!!!
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