Alimena (Pa) – La prescrizione salva Scrivano. Il voto di scambio non fu di tipo politico-mafioso
Non fu voto di scambio di tipo politico mafioso e la condanna in primo grado a 4 anni e 8 mesi decade. Complimenti all’avv. Lo Re.
Ma la configurabilitá di una corruzione elettorale anche se prescritta non porta sicuramente onore ad un “Primo Cittadino” che proprio in queste settimane torna a competere in una tornata elettorale (Comunali 2023 del 28 e 29 Maggio).
Questo solo per dire che parole quali “assolto” o “innocente” usate da Giuseppe Scrivano sui Social (pur comprendendo il suo entusiasmo) a onor di verità risultano leggermente improprie.
Ma qui il problema (almeno quello politico) è un altro: qual è stato, in questi 11 anni, il beneficio che la nostra Comunità ha ricevuto dalle avventure personali dello Scrivano prima con gli ambienti malavitosi di Bagheria (in occasione delle Regionali 2012) e poi con la Lega Nord (in occasione delle Nazionali 2013)?
Per queste perle siamo finiti in discredito come comunità pure sui TG nazionali.
Alimena non é una cosa da usare a proprio uso e consumo e rappresentarla significa prima di tutto proteggerla e non portarsela dietro nei propri fallimenti.
Ma ormai il danno è fatto e Alimena é in macerie e a suo carico, ma senza appello questa volta, c’è gran parte della responsabilità.
La parola ai cittadini alimenesi.
Buona campagna elettorale.
(di Livesicilia del 24 Aprile 2023). PALERMO – Non fu voto di scambio politico-mafioso. Si poteva contestare il reato di corruzione elettorale, ma ormai prescritto.
La seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo (presidente Dario Gallo, giudice relatore Marcella Ferrara), ha escluso nei confronti di Giuseppe Scrivano, sindaco di Alimena, la configurabilità del delitto di voto di scambio politico mafioso.
Scrivano è sotto processo dal maggio 2013. Gli veniva contestato di avere comprato i volti da alcuni personaggi legati alla mafia di Bagheria in occasione delle elezioni regionali del 2011. Fu il primo dei non eletti nella lista dell’ex presidente della Regione Nello Musumeci.
In particolare avrebbe versato duemila euro per l’affissione dei manifesti elettorali, l’affitto del comitato elettorale e l’organizzazione di un rinfresco.
I giudici di appello hanno revocato le statuizioni di condanna in favore dei comuni e delle associazioni costituite parte civile.
Scrivano, difeso dall’avvocato Vincenzo Lo Re, ha sempre respinto le accuse. Disse che non conosceva i legami mafiosi dei suoi interlocutori, fra cui il boss Carmelo Bartolone. Dopo la condanna di primo grado a 4 anni e 8 mesi fu sospeso per 18 mesi in virtù della legge Severino. Poi è tornato a fare il sindaco ed è di nuovo candidato per le elezioni di maggio.
Tags: Mafia
PUBBLICATO IL
24 APRILE 2023, 16:40
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